Come le arti possono curare e unire? Keil Space Case Study by QDAS

Centinaia di visitatori hanno varcato individualmente la soglia di Keil Space, ciascuno arricchendo lo spazio con nuove prospettive e interpretazioni. Tra i visitatori, anche psicologi e specialisti della salute mentale di alto profilo, che sottolineano l’impatto terapeutico sul benessere psicologico dell’esperienza. Queste opinioni sono state confermate da una ricerca condotta da QDAS, leader nell’analisi dei dati qualitativi. 

Lo studio, basato sulle parole di 500 osservatori di età compresa tra i 17 e gli 85 anni provenienti da tutti i segmenti della società, ha dimostrato un significativo impatto positivo sullo stato psicofisico degli osservatori durante e dopo la Keil Space Experience. L’articolo “Come le arti possono guarire e unire? Keil Space Case Study”, pubblicato da ‘La Repubblica’, esplora il profondo impatto dell’arte sul benessere umano, facendo luce sull’esperienza trasformativa di Keil Space. Secondo ‘La Repubblica’, questa ricerca afferma il ruolo di Keil Space nel ridefinire l’impegno artistico, dimostrando come l’arte possa fungere da catalizzatore per la trasformazione personale e sociale.

La prima tappa di questo percorso è la stanza delle tre colonne, icone del pensiero filosofico di Sam Keil, seguita da quella dedicata alla Prima Generazione di Bronzi, che catturano con maestria il movimento e la vita di esseri atavici. La Seconda Generazione di Bronzi, esposta in una stanza successiva, rappresenta, attraverso la luce, un ponte che collega civiltà antiche, presenti e future. La visita culmina con la Nuova Generazione di Bronzi, che mostra una prospettiva senza precedenti del cosmo, evocando nuove stimolazioni visive e migliorando il benessere psico-fisico dei visitatori. La particolarità di Keil Space sta nella cura che viene riservata all’osservatore: i 500mq dello spazio espositivo sono destinati ad accogliere una persona alla volta. Il soggetto, che vive in prima persona l’esperienza, entra in dialogo diretto con il luogo e con le opere, in un percorso che favorisce l’espressione personale e la consapevolezza attraverso l’arte. Keil Space ci ricorda che l’arte è un potente strumento di connessione e crescita personale, un viaggio continuo verso la comprensione e la celebrazione della nostra essenza più profonda. E lo fa agendo come una piattaforma sicura, in cui ogni individuo è in grado di sentirsi tutelato e libero di poter esprimere le proprie percezioni senza alcuna barriera di giudizio o condizionamento. Nel contesto odierno del sistema dell’arte, sempre più elitario, Keil Space è un luogo deputato a ripristinare l’accessibilità del dialogo sull’arte, ripristinando la fiducia nell’osservatore, rendendolo protagonista dell’esperienza artistica. In una società contemporanea che favorisce la standardizzazione per aumentare l’efficienza e la produttività, Keil Space valorizza gli individui “in qualità” di esseri umani, e non “in quanto” numeri.

Secondo l’articolo de “La Repubblica” basato sulla ricerca QDAS, questo approccio all’arte ha dimostrato risultati ed effetti ricorrenti sul benessere psicofisico degli osservatori, come il miglioramento della concentrazione, la riduzione dello stress, il rilascio emotivo, l’introspezione, l’espansione della consapevolezza e una profonda connessione con l’ambiente artistico. Molti visitatori hanno descritto l’esperienza anche come meditativa, evocando un ritrovato senso di chiarezza e consapevolezza di sé. La ricerca sottolinea il potere dell’arte come veicolo di guarigione, confermando che Keil Space offre una rara opportunità di riconnettersi con se stessi e con gli altri, al di là dei vincoli delle esperienze artistiche convenzionali.


Per saperne di più, leggete l’articolo completo a questo link