
Keil Space: Nella Culla della Luce
La psicoterapeuta Paola Dei racconta la sua esperienza, dove arte, luce e suono diventano strumenti di cura e immaginazione.
Paola Dei è psicologa, psicoterapeuta, scrittrice e arteterapeuta con una formazione artistica e psico-pedagogica. Ha sviluppato metodi innovativi integrando arte e psicologia nella cura e prevenzione. Autrice di oltre 40 volumi e 100 articoli scientifici, è attiva da decenni nel campo delle dipendenze, della psiconcologia e della pedagogia dell’audiovisivo. Dirige riviste scientifiche, ha collaborato con università internazionali e dal 2017 è Direttrice Artistica del Festival “Bulli ed Eroi”, dedicato a giovani e prevenzione del bullismo.
In compagnia della Dott.ssa Dei, entriamo nelle profondità di Keil Space, lasciandoci alle spalle il mondo esterno. Appena varcata la soglia dello spazio, Paola coglie subito il potere del luogo di risvegliare lo stupore e la fantasia, e allo stesso tempo portare ad uno stato di calma. Per lei, l’esperienza di Keil Space va oltre l’arte: è un percorso terapeutico. Scopriamo il racconto che ha scritto dopo aver vissuto l’esperienza artistica, in cui si sofferma con parole che rivelano questa profondità.
Un’esperienza immersiva
La mia esperienza al Keil Space di Firenze è stata un’esperienza immersiva e molto intensa. Il contatto con i colori e i suoni ha risvegliato parti ancestrali, che hanno amplificato i miei sensi e le mie percezioni. All’ingresso è stato come entrare nell’utero materno e rivivere la meravigliosa sensazione di essere cullata da una madre accogliente e nutriente. I profumi, il buio ed il tappeto di suoni, che mi permettevano di camminare in uno spazio altro pur restando ancorata al presente, hanno creato suggestioni magiche. Fin dai primi momenti il mio cervello si è aperto a sensazioni nuove. Ho sentito i miei piedi che connettersi alla terra, mentre la mente non si poneva limiti e navigava in spazi immensi cullati dai profumi e dai colori.
Le geometrie dei suoni
Accompagnata dal suono della voce caldo e pacato della guida, ho vissuto geometrie di suoni, colori e immagini che hanno creato una contaminazione dei sensi per divenire un fenomeno percettivo e sensoriale che ha creato una meravigliosa sinestesia. I sensi, quello visivo, quello uditivo, quello olfattivo e quello tattile, hanno permesso lentamente di entrare nella forma pura della mia mente. Un’esperienza spirituale che è perdurata durante tutto il percorso e che mi ha permesso di ascoltare il mio respiro, sentire la voce dei colori e i suoni dell’anima.
La prima stanza
Dalla sala colonnata, siamo passati alla prima stanza, dove sono custodite sculture, in particolare una di esse ha colpito la mia fantasia. Un uccello con due grandi ali ha evocato la leggenda delle aquile, il processo di rinascita. Quelle grandi e immense ali suggerivano voli sul mondo che mi hanno condotto fino a Mary Poppins. Si, la mia “borsa” da viaggio si stava riempiendo di sensazioni nuove. Ballavo sui tetti insieme a Dick Van Dyke e le mie gambe accennavano passi di danza. L’esperienza fuori dal tempo e dallo spazio ha dilatato ore in giorni e, con la mia guida, siamo entrati in un nuovo spazio dove una spada luminosissima mi ha condotto alla Leggenda di Re Artù. Ombra e luce, memoria e presente. Il contrasto è stato così forte all’inizio da far pensare che le due parti non si sarebbero incontrate mai, invece è accaduto e il punto più estremo dell’ombra è diventato luce, mentre il punto più estremo della luce è diventato ombra. I Cavalieri della Tavola Rotonda, Artù e Lancillotto e forse la fine della guerra. L’ho sperato!! L’ho pensato!
L’ultima stanza
Infine l’ultima stanza con suoni e forme alle pareti. La guida mi ha lasciato sola, e qui ho vissuto l’unione di anima e corpo. Rami intrecciati come corpi che si uniscono in un coinvolgimento sensoriale intenso, ma all’interno di una grande calma. Abbracciata allo spirito del vento ho volato in spazi immensi, tra piroette di luce e totale scomparsa delle contraddizioni. È tutto un lavoro della coscienza che cerca e afferma la propria identità, mentre al tempo stesso diventa un tutt’uno con l’Universo di colori e suoni. E tutto è stato un passaggio continuo fra la carica sensuale e l’intimismo spirituale. La luce impone la sua forza e si definisce qualcosa di unico e indefinibile nonostante le immagini e i colori siano lì per tutti. È partecipare a tutto il creato!
La Fondazione ringrazia la Dott.ssa Paola Dei per aver raccontato in modo unico l’esperienza di Keil Space, evidenziando come l’arte possa essere un potente strumento per stimolare stati di concentrazione, immaginazione e serenità interiore.