
Massimo Tarenghi a Keil Space: l’universo come esperienza interiore
L’astrofisico Massimo Tarenghi, figura chiave nella storia dell’osservazione astronomica moderna, ha visitato Keil Space, lasciandosi sorprendere dalle affinità tra l’arte di Samantha Keil e l’esplorazione cosmica. Dalla rampa d’accesso, che gli ha ricordato gli osservatori cileni da lui diretti, all’immersione nei Bronzi dell’artista, ogni dettaglio ha risuonato con le sue esperienze scientifiche.
Nella scultura Lovers (Prima Generazione di Bronzi), Tarenghi ha riconosciuto la tensione muscolare verso il cielo come forza cosmica; nell’opera Sabre (Seconda Generazione di Bronzi), echi del CERN e della nascita dell’universo. Ma è a confronto con i lavori della Nuova Generazione Bronzi che l’esperienza di Tarenghi si fa totale: come nel deserto sotto la Via Lattea, il bisogno di solitudine diventa necessità di ascolto profondo. La materia secondo Tarenghi è semplicemente e precisamente rappresentata nel lavoro di Samantha Keil, in un’essenza comune tra tutti gli elementi del cosmo, fino all’introspezione di noi stessi e dell’universo che abitiamo.
Il contributo di Samantha Keil, secondo Tarenghi, è nel rendere accessibile la complessità del cosmo attraverso forme semplici ma profonde. Keil Space diventa così un laboratorio interiore, in cui l’esperienza individuale e solitaria diventa fondamentale:
“L’arte non è fatta per grandi gruppi in visita. L’arte siamo io e l’opera.”
Il prestigioso quotidiano italiano La Repubblica ha dedicato un approfondito articolo all’incontro tra l’astrofisico Massimo Tarenghi e le opere di Sam Keil, offrendo una riflessione ricca e articolata su questa significativa esperienza.
È possibile leggere l’articolo completo al seguente link.
A questo link è invece disponibile un estratto della testimonianza audio-visiva rilasciata dal Professore.