Il Movimento Autentico: Immersi nella luce di Keil Space

Con i suoi oltre 500 metri quadrati, Keil Space è un territorio d’arte che sfida le percezioni fisiche dei luoghi. Il suo ambiente è pervaso da un’atmosfera eterea e onirica, i suoi spazi ampi e scuri proiettano l’osservatore in una vastità avvolgente, che stimola la mente e pervade la sfera sensoriale. L’ambiente trasforma ogni passo e ogni sguardo in una rivelazione di significato, creando un dialogo tra osservatore e osservato, che sfida le percezioni e invita a una riflessione profonda.

Tanti sono gli esperti, in vari campi, che hanno varcato le porte di Keil Space. Tra questi, Gianmarco Meucci, psicologo e psicoterapeuta gestalt, specializzato in ipnosi, enneagramma, meditazione tibetana e bodywork. Dopo l’esperienza a Keil Space, Gianmarco ha scritto un testo che, analiticamente quanto creativamente, naviga nei significati della topografia esperienziale di Keil Space, nonché nei suoi aspetti terapeutici. Di seguito, si riporta il testo integrale dello psicoterapeuta:

 

“Negli anni ’20, il movimento berlinese della Gestalt (o psicologia della forma: un termine tedesco che significa letteralmente “figura, forma o pattern unificato”) cercò di capire come la mente umana unifica singoli elementi (forme, colori, elementi separati) per interpretarli come un unico messaggio. Gli psicologi della Gestalt individuarono una serie di principi della percezione visiva, fondamentali ancora oggi per un visual designer. In un mondo sovraccarico di segnali, è sempre più importante capire come il cervello organizza le informazioni in gruppi con caratteristiche comuni. Questa premessa è fondamentale per definire il contesto da cui parto per raccontare l’esperienza della mostra a cui ho assistito. Un principio molto importante nella Gestalt è il rapporto tra figura e sfondo: l’oggetto su cui poniamo l’attenzione è solo una parte del tutto e definisce l’insieme. Lo sfondo ha la stessa importanza perché definisce il contesto in cui è inserito l’oggetto. Se ci concentriamo solo sulla figura, perdiamo lo sfondo. Viceversa, se ci concentriamo solo sullo sfondo, perdiamo il soggetto. La soluzione è un’attenzione divisa tra figura e sfondo, attraverso una dinamica continua che ci permette di scegliere dove guardare e l’effetto che ne riceviamo. 

 

Nella Prima Generazione di Bronzi, in special modo in “Lovers”, avviene esattamente ciò che ho descritto: a seconda di come guardi le sculture, cambia l’effetto. Da una parte sembrano una scultura di vittima-carnefice; cambiando posizione, sembrano due amanti in un bacio appassionato. Questa è una potente metafora in psicologia, l’origine della nevrosi: focalizzare l’attenzione solo su una parte del racconto che facciamo di noi, ci fa soffrire perché ci identifichiamo con la nostra immagine. Avere due punti di vista differenti, permette un dialogo e un’apertura tra il bianco e il nero, la luce e l’oscurità. 

 

Nella Seconda generazione di Bronzi, si perde il rapporto figura/sfondo e si recupera la sensorialità dell’esperienza, il rapporto con la luce e il buio. In psicologia, quest’opera apre le porte a un concetto più ampio, legato alla ricerca interiore e alla fiducia. Questa scultura “Sabre” tagliente, fallica, che tende verso l’alto, richiama riti ancestrali, iniziazioni, passaggi obbligati, trasformazioni e cambiamenti. Per vivere davvero, bisogna essere pronti a morire diverse volte nella vita, accettare i cambiamenti per non soffrire più del dovuto. Questa scultura richiama lo squarcio di un coltello da cui entra la luce: una sorta di notte oscura dell’anima (San Giovanni della Croce), per rinascere alla vera luce. In fondo, siamo chiamati a far morire l’ego, per essere autentici e connessi al nostro vero sé. 

 

L’ultima esperienza multisensoriale è la digestione delle due esperienze precedenti. Si tratta della “Nuova Generazione”. Immersi nella luce, soli, rinasciamo al colore e sperimentiamo il piacere della calma. In psicologia, è il movimento del figlio che esplora il mondo, pieno di gioia e curiosità. 

Possiamo riassumere così l’esperienza attraverso le opere presentate a Keil Space: 

  • La Prima Generazione: il movimento femminile (la madre) 
  • La Seconda Generazione: il movimento maschile (il padre) 
  • La Nuova Generazione: il movimento autentico (il figlio).